INCONTRO POLITICO
Incontro Emiliano-Quagliariello a Selva di Fasano: un manifesto per il 'No'
Nella consueta iniziativa organizzata da Antonio Scianaro e l'associazione 'Amici della Selva' poco contraddittorio sui temi referendari
Foto Vito Cardone
FASANO - Quasi nessuna sorpresa. L'iniziativa svoltasi ieri sera (venerdì 2 settembre), nel gazebo dell'Hotel Sierra Silvana a Selva di Fasano, organizzata da Antonio Scianaro e dall'associazione "Amici della Selva", sul tema "Referendum ma non solo... l'autunno della politica", ha mostrato poco contraddittorio, soprattutto sulle questioni referendarie. Infatti gli ospiti intervenuti, il senatore Gaetano Quagliariello e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, hanno pressoché evidenziato la stessa volontà di schierarsi per il "No" alla tornata elettorale del prossimo ottobre. Se però era facile attendersi questa posizione dal parlamentare fondatore del movimento politico "Idea" non altrettanto si può dire di Emiliano, espressione forte del Partito Democratico che, pa la maggior parte, a cominciare dal premier Matteo Renzi, sosterrà invece il "Sì".
Alla domanda diretta se fosse a favore del "Sì" o del "No" Emiliano è andato giù duro. "Innanzi tutto bisogna studiarla questa riforma - ha detto il Governatore pugliese -. A me non piace per niente. E' sbagliata in quasi tutti i punti ed è stata costruita in connessione con una legge elettorale che è terrificante. Con il risultato che l'effetto complessivo è completamente sbagliato. Io sono dell'idea che se si riesce a prendere tempo, a cambiare la legge elettorale e a modificare anche la possibilità di votare questa riforma almeno per capitoli separati in quanto è inimmaginabile cambiare mezza costituzione con un voto solo. E' delirante pensare che qualcuno possa farlo in coscienza. Io sono, prima che il presidente della Regione Puglia, un magistrato in aspettativa, non mi si può chiedere di votare 'sì' o 'no' su decine di norme diverse sulle quali ho giudizi positivi o negativi che non sono evidentemente omogenei. Chi si è inventato tutta questa procedura ha commesso un errore: ha pensato che gli italiani si accontentassero di un plebiscito su questa opzione che secondo alcuni salverebbe l'Italia. In realtà l'Italia la salviamo se ricominciamo a far funzionare l'economia e diamo i diritti alle persone. Se viceversa ci limitiamo a cambiare un po' di scartoffie, anche se di livello costituzionale, peraltro cambiando la costituzione da parte di un parlamento incostituzionale. Io ci sarei andato molto più prudente. Insomma a me questa riforma costituzionale non piace. Non so se fino alla fine della campagna elettorale Renzi mi convincerà a votarla. Penso che però molti cittadini siano nelle stesse mie condizioni. Stanno studiando approfondendo. Certo, il mio partito rischia di prendere un colpo mortale dall'eventuale fallimento del referendum e io faccio parte di questo partito che in questo momento è l'unica ragione che, in qualche maniera, mi sta ancora trattenendo nel dire con chiarezza quello che penso".
Chiaramente schierato per il "no" Quagliariello. "Credo che questa sia una grande occasione persa - esordisce il senatore -. E quindi al referendum voto 'no'. Il perché è presto detto. Perché dovevamo fare delle regole che unissero il pese, gli dessero più coesione, rendessero l'Italia più forte nell'affrontare le sfide mondiali in campo economico e nella politica estera che stanno diventando sfide difficilissime. E poi dovevamo rilanciare, centrodestra e centrosinistra, come schieramenti differenti, principi e programmi in grado di dare risposte vere ai cittadini per evitare che a vincere sia l'anti politica senza nemmeno giocare la partita. Siamo arrivati alla fine del percorso e ci troviamo esattamente in una situazione opposta a quella che avevamo immaginato. Il Paese invece di essere più unito è spaccato sulle regole, queste regole sono scritte male e i principi sono stati espulsi dalla politica. Sembra che si possa dire qualsiasi cosa. Anche quella per cui 'se vinco il referendum me ne vado', Renzi 1, e oggi, Renzi 2,'anche se vince il no non mi importa'. Insomma, serve un po' di serietà, l'Italia ha bisogno di serietà".
Sulla posizione di Emiliano il parlamentare non i sbilancia. "Ai referendum si vota 'si' o 'no' - dice -. Quindi nelle tornate referendarie c'è trasversalità, per forza. La cosa importante è che ognuno ci arrivi con i propri principi e le proprie idee, senza fare confusione, e credo e spero che si possa fare anche qualcosa in più: far capire che se vince il 'no' le riforme non si fermeranno ma si faranno e serie già dal giorno dopo iniziando da una cosa. Si può ridurre il numero dei parlamentari senza combinare quel macello che è stato combinato con questa riforma. Ed è un impegno che almeno noi prendiamo. Bastano cinque righe e cinque mesi per approvare questo prima di andare a votare".
L'incontro silvano è stato aperto dai saluti dello stesso Scianaro e dal presidente degli "Amici della Selva" Renato Falcolini mentre al direttore del Tg Norba Enzo Magistà il compito di moderare gli interventi. Tra il pubblico numerose autorità politiche tra consiglieri regionali, sindaci e consiglieri comunali.
di Alfonso Spagnulo
03/09/2016 alle 05:56:54
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